Informatizzato il Modello 4

A partire da giugno 2016, secondo un’ordinanza del ministero della Salute, il classico modello cartaceo che autorizza la movimentazione dei capi in allevamento sarà sostituito da un innovativo sistema online.

di Stefano Boccoli

al prossimo 24 giugno tutti gli allevatori dovranno dotarsi di computer e connessione a Internet. Scatta infatti la presentazione, esclusivamente online, del modello 4 relativo alla movimentazione dei capi in allevamento. L’attuazione del provvedimento era stata concordata per il 24 dicembre, ma la fase transitoria di sei mesi, già prevista, sposta l’obbligo all’inizio della prossima estate.

A stabilire la digitalizzazione del modello 4 è un’ordinanza del ministero della Salute, emanata lo scorso 28 maggio ed entrata in vigore alla sua pubblicazione in Gazzetta ufficiale il 24 giugno 2015.

Il comma 7 dell’articolo 3 recita: "Su tutto il territorio nazionale le movimentazioni degli animali, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente ordinanza, sono autorizzate esclusivamente tramite l’utilizzo del modello informatizzato, la cui funzionalità è resa disponibile nella Bdn (Banca dati nazionale)."

Addio dunque al modello 4 cartaceo (il cosiddetto "modello rosa"), che veniva compilato e firmato dal solo allevatore quando il capo da movimentare andava al macello, e anche dal veterinario Asl quando l’animale era destinato ad altro allevamento (ad esempio i vitelli baliotti di un allevamento bovino da latte venduti per l’ingrasso da carne).

Come funzionerà

Già dal 21 dicembre 2015, il Centro servizi nazionale (presso l’Istituto zooprofilattico sperimentale di Teramo) ha messo a punto le funzionalità necessarie per la compilazione del nuovo modello all’interno della Banca dati nazionale (o nelle diverse banche dati regionali).

Ma cerchiamo meglio di capire come funzionerà il nuovo sistema.

Innanzitutto è necessario che i capi siano registrati all’interno della banca dati, perché è da lì che si recuperano gli elementi per compilare il modello informatizzato.

Rimane che le movimentazioni verso i macelli, non dovendo essere autorizzate dal veterinario, prevedono un modello 4 compilato online dal solo allevatore. Diversamente, e cioè per le movimentazioni "da vita", (movimentazioni verso un altro allevamento oppure verso pascoli e stalle di sosta) le norme prescrivono l’autorizzazione da parte dell’Asl, che dovrà dunque validare il modello online. In pratica, il meccanismo prevede che l’allevatore, in questi casi di movimentazione da vita, precompili il modello e prenoti l’autorizzazione del veterinario pubblico. Avvenuta la validazione, il modello sarà automaticamente disponibile all’allevatore.

Così facendo, al momento del caricamento degli animali sul camion per il trasporto, al posto delle quattro copie del precedente modello 4 cartaceo, verrà stampata (e sottoscritta) una sola copia del nuovo modello informatizzato, che accompagnerà gli animali durante il trasporto e verrà consegnata al destinatario (macello o stalla) che provvederà ad archiviarla.

Inoltre, qualora si verificassero delle variazioni dell’ultimo minuto rispetto a quanto inserito nel modello informatizzato, sul documento cartaceo di accompagnamento si trova lo spazio apposito per inserire le note di cambiamento; dopodiché si hanno sette giorni di tempo per apportare le variazioni in Bdn.

Tutto bene dunque? Non proprio. Seppure la digitalizzazione degli adempimenti burocratici segni in genere un passo in avanti, non bisogna dimenticare che, ancora oggi, non tutti gli allevamenti sono dotati di computer, e soprattutto che non sempre nelle aree rurali esiste una connessione internet efficiente e stabile.

È pur vero che le norme consentono di delegare ad altri (organizzazioni professionali, centri di assistenza ecc) la compilazione del modello online, ma questo, oltre a pesare sui costi, si scontra con le esigenze di flessibilità e tempestività nella gestione aziendale delle movimentazioni dei capi allevati.

 

Informatizzato il Modello 4 - Ultima modifica: 2016-02-01T14:03:15+01:00 da Giorgio Setti

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