E dopo l’ok Sata sui conti, il varo della nuova stalla

stalla
Lorenzo Giusti.
In questo momento di crisi per la zootecnia, questa azienda cremonese va controcorrente e investe in una nuova stalla. «Il software contabile che abbiamo adottato - dice il conduttore Lorenzo Giusti - confermava che la svolta era possibile»

Buon sangue non mente. Sarà anche una frase fatta, ma di certo è la definizione più appropriata per il lavoro che sta portando avanti Lorenzo Giusti nell’azienda agricola di famiglia, situata a Sesto Ed Uniti, Cremona.

Sì, perché suo nonno era Ernesto Cervi Ciboldi, il pionieristico imprenditore agricolo che già negli anni Sessanta si faceva costruire macchine speciali da Gaspardo per sperimentare nei suoi campi la semina su sodo. Un imprenditore che ha fatto dell’innovazione e della ricerca applicata il suo marchio di fabbrica, collaborando negli anni con l’Università Cattolica di Piacenza, il Cra di Bergamo e Lodi, l’Università di Milano.

Un modello da imitare, quindi, anche in considerazione dei risultati raggiunti nell’azienda: nel corso degli anni, Ernesto Cervi Ciboldi è passato da 100 ettari e 50 vacche legate, a oltre 200 ettari e alla costruzione di strutture moderne che all’epoca si potevano trovare solo in America e nel Regno Unito.

Questo spirito coraggioso e innovatore si è tramandato prima alla figlia Maria Cecilia e oggi a Lorenzo, che ha concretizzato pochi mesi fa un progetto su cui la famiglia Cervi Ciboldi stava lavorando ormai da cinque anni: l’apertura di una nuova stalla da 350 capi.

Considerata la situazione attuale del settore, potrebbe sembrare una scelta azzardata, ma Lorenzo ha dalla sua parte la forza dei numeri. È stato infatti sul software fornito dal Sata/Aral (Servizio di assistenza tecnica agli allevamenti), che sono state costruite le fondamenta di questo percorso così in controtendenza; numeri alla mano, i conti tornano, il business plan è solido, anche se naturalmente il rientro dall’investimento non sarà immediato.

Delusione cerealicoltura

I cambiamenti sono stati importanti: prima della nuova stalla, l’azienda Cervi Ciboldi ha sempre suddiviso equamente la sua attività tra la cerealicoltura, con coltivazioni di mais da seme, e zootecnia. Andando indietro negli anni, si trovano tracce anche di tabacco, lino, e addirittura di bachi da seta, ma oggi tutta la produzione agricola è orientata all’alimentazione degli animali.

«Continuare sulla via della cerealicoltura - dice Lorenzo - non aveva più senso. Da dieci anni il settore non offre più la sicurezza a cui ci aveva abituati, per cui dovevamo voltare pagina per poter assicurare un futuro all’azienda. È stata una decisione molto ponderata: abbiamo viaggiato e studiato, creato modelli e simulazioni, e finalmente oggi possiamo vedere realizzato questo nuovo progetto in cui crediamo moltissimo».

Ernesto Cervi Ciboldi sarebbe senz’altro orgoglioso, anche perché la sua eredità tecnica e scientifica è ancora molto attuale e applicata in azienda: Lorenzo porta avanti infatti le soluzioni per l’agricoltura conservativa che il nonno aveva messo in atto importandole soprattutto dagli Stati Uniti.

Undici m2 per vacca

Dal punto di vista tecnico, la nuova stalla guarda già al futuro. Per esempio ogni vacca gode di molto spazio: gli animali che stabulano sulla lettiera (asciutte, partorienti e freschissime) hanno a disposizione 11 m2 a testa, numeri che si avvicinano molto di più agli standard israeliani rispetto a quelli europei, dove normalmente 7-8 m2 sono già considerati più che sufficienti.

Grande attenzione è stata data al benessere degli animali anche dal punto di vista della ventilazione: le strutture, oltre che per l’orientamento, garantiscono di per sé una buona areazione naturale. In seconda battuta, le due file di ventilatori, che si autoregolano utilizzando un indice che combina temperatura e umidità, permettono sia una destratificazione dell’aria sia un ricambio completo grazie alla loro particolare inclinazione.

Le cuccette sono senza materassino, e le lettiere, come già anticipato, sono riservate alla vacche freschissime, alle asciutte e ai box parto.

Per completare l’investimento, verrà installato un sistema di bagnatura in mangiatoia. Andrà a completare una gamma di accorgimenti per il benessere animale decisamente di alto livello.

La sala di mungitura

Per quanto riguarda il sistema di mungitura, è stata fatta una scelta precisa: non affidarsi ai robot, ma costruire una sala di mungitura tradizionale. Questo anche perché la Latteria Soresina, a cui l’azienda conferisce tutta la produzione, non vedeva di buon occhio il latte munto coi robot per la sua produzione di Grana Padano.

La sala, realizzata da Enneeffe Boumatic, è una 16+16 parallela e presenta numerosi accorgimenti per una mungitura molto attenta al benessere degli animali.

La sua realizzazione è stata seguita da uno specialista per garantirne la massima efficienza.

Oggi la produzione giornaliera si aggira intorno ai 32,5 kg, ma la stalla sta ancora muovendo i primi passi, per cui ci si possono senz’altro aspettare numeri in crescita per il futuro.

A gestire i 350 capi, di cui il 63% di vacche gravide, e le coltivazioni, sono tre trattoristi e tre bergamini, oltre a due avventizi e naturalmente la famiglia di Lorenzo.

Come anticipato, l’intera produzione di latte va alla Latteria Soresina, un ulteriore valore aggiunto e un altro pezzo di storia famigliare: il trisnonno di Lorenzo, Paolo Ciboldi, è stato infatti uno dei 20 soci fondatori, e il conferire il latte alla cooperativa rende l’azienda parte integrante del processo di trasformazione.

Energia rinnovabile

L’azienda si occupa anche di produzione di energia da fonti rinnovabili: nel 2010 ha installato un impianto fotovoltaico da 1 MW e ha in cantiere un progetto per un impianto di biogas alimentato solo da reflui zootecnici. Per ora, considerata la grande incertezza sugli incentivi, questo nuovo disegno è congelato, ma in futuro ci si potrà pensare più concretamente.

Un’azienda vulcanica, quella di Lorenzo, che negli ultimi cinque anni ha messo in piedi il già citato impianto fotovoltaico, due nuove trincee, due vasconi e le nuove strutture della stalla, e sta già pensando a come potrà ingrandirla.

 

La scheda aziendale

Denominazione azienda: Società Agricola Cervi Ciboldi Ernesto, Maria Cecilia e Maria Paola s.s.

Località: Sesto Ed Uniti (Cremona).

Proprietari: Maria Cecilia Cervi Ciboldi, Maria Paola Cervi Ciboldi.

Conduttori: Lorenzo Giusti, socio amministratore, Sara Papa, socio, Maria Cecilia Cervi Ciboldi, procuratore generale.

Numero bovini:

- 350 vacche in lattazione

- 350 animali da rimonta

- 100 vitelli maschi da ingrasso (frisoni o meticci blu belga, tra i 10 giorni e i 15 mesi)

Destinazione latte: Latteria Soresina (grana/provolone/latte fresco)

Sau: 213 ha

Colture*:

- Mais granella*40 ha

- Silomais* 80 ha

- Orzo granella 20 ha

- Orzo insilato 20 ha

- Loietto 17 ha

- Medica 40 ha

- Festuca 20 ha

*) compresi i secondi raccolti

 

L’articolo completo di tabella è pubblicato su Informatore Zootecnico n. 13/2016

L’edicola di Informatore Zootecnico

E dopo l’ok Sata sui conti, il varo della nuova stalla - Ultima modifica: 2016-07-15T12:25:32+02:00 da Barbara Gamberini

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